La parte del muerto (1320) (Spanish Edition) by Yasmina Khadra & Wenceslao Carlos Lozano

autore:Yasmina Khadra & Wenceslao Carlos Lozano [Khadra, Yasmina & Lozano, Wenceslao Carlos]
La lingua: spa
Format: epub
ISBN: 9788804598626
Amazon: B01M4LSLCD
editore: Alianza Editorial
pubblicato: 2015-01-15T00:00:00+00:00

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Il cartello di benvenuto è stato scarabocchiato. Qualcuno ha cancellato la parola welcome e l'ha sostituita con "wilkoum a Sidi Ba": qualcosa tipo Sidi Ba vi maledice. È un posto che nel giro di qualche anno è diventato un enorme borgo informe, stretto nella morsa delle montagne tra Algeri e Medea.

Per arrivarci, bisogna affrontare un migliaio di tornanti, inerpicarsi su centinaia di alture una più aspra dell'altra e maledire ogni cinque secondi le buche che si trovano seminate sull'asfalto, rovinando gli ammortizzatori della macchina e le cartilagini della propria colonna vertebrale. La cosa peggiore è che alla fin fine capirete, a vostre spese, che l'escursione non valeva affatto la pena. Perché Sidi Ba è un posto capace di far passare qualsiasi desiderio di viaggiare. È brutto, insensato, e quando vi capita di finirci, una sola idea fissa vi perseguita: riuscire a scappare!

Ho visto un sacco di schifezze nella mia vita, ma ciò che Sidi Ba rappresenta merita un discorso a parte: è la prova che gli uomini hanno raggiunto il culmine della loro civiltà e che, ormai a corto di immaginazione, tendono a ricominciare daccapo con lo stesso entusiasmo dei primi uomini delle caverne; è l'avventura umana in senso inverso, cioè tornando verso l'età della pietra. Col piccolo particolare che a Sidi Ba l'era della regressione si è trasformata in un'anarchia urbanistica che supera i limiti di qualsiasi umana comprensione. I suoi palazzi sono stati progettati nell'urgenza di assorbire un boom demografico galoppante. Attorno alla loro costruzione si è mobilitato tutto il canagliume regionale, agevolato da un'amministrazione scellerata, che si è buttata anima e corpo in una serie di intrallazzi che definire diabolici sarebbe poco. Una serie di aziende fasulle sono nate da un giorno all'altro, su ispirazione di profittatori democraticamente eletti, assecondati da architetti che forse non erano nemmeno laureati, e da allora in poi è partita la sarabanda dei cantieri selvaggi.

Aprendo la finestra della mia camera d'albergo vengo investito da una marea di dissonanze, e poi dallo spettacolo scioccante di un enorme ghetto composto da strade butterate, marciapiedi tignosi e viuzze rivoltanti, che fanno venire il capogiro a forza di intrecciarsi fra loro in una serie di spaventosi grovigli. Non un palmo di spazio verde, nemmeno un edificio ragionevole; solo case abbozzate, staccionate deformi e topaie affastellate le une sulle altre, a dispetto delle più elementari regole dell'edilizia. In mezzo a questo caos di cemento armato, un formicaio tentacolare straripa da ogni parte, moltiplicato dalla folle concitazione di catorci vari e rottami a quattro ruote.

«Non è qui che sceglierei di scrivere il mio prossimo libro» dico.

«Fa lo scrittore, signor Llob?» «Non posso crederci, lei non era al corrente?» «Non lo sapevo. E cosa scrive?» «Romanzi polizieschi.» «Non sono i miei preferiti, ma per lei farò un'eccezione.» «Molto gentile da parte sua, signora.» Soria si avvicina alla finestra e osserva la baraonda della piazza.

«Mi dispiace, ma è l'unico albergo dell'intera città.» «Siamo fortunati che almeno ce ne sia uno.» Richiudo la finestra.

La stanza è molto piccola, tappezzata da una carta da parati scolorita, non c'è copriletto né imposte alle finestre.

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